NANÃ

Divinità di origine Jeje, madre di Omolu e Oxumarê è la più vecchia degli orixas femminili, e per questo molto rispettata. E' l'orixa dell'acqua stagnante e madre anche di Obaluaê, Ossaim e Oxumarê. Nanã è la dea della pioggia, signora della morte e responsabile della "porta di entrata" (reincarnazione) e della "porta di uscita" (disincarnazione). Nel suo passaggio sulla terra è stata la prima Jabà e la più vanitosa, a causa del quale rifiutò il suo figlio primogenito Omolu, avuto con Oxalá, per essere nato con varie ed orrende malattie della pelle. Non accettando di curarsi di un bambino così fini per abbandonarlo in una palude. Sapendo di questo gesto orribile Oxalá la condannò ad avere altri figli, tutti quanti però anormali, (Oxumarê, Euá e Ossãe), e la scacciò dal regno, costringendola a vivere nella palude, nello stesso luogo dove ella abbandonò suo figlio Omolu. Nanã , con il tempo, tornò ad essere una delle Iabás più temuta, tanto che in alcune tribù quando veniva pronunciato il suo nome tutti si gettavano a terra. Signora delle malattie cancerogene, si trova sempre a lato del suo figlio Omolu. Protettrice degli anziani, nullatenenti, malati e ciechi.

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